La Famiglia Salmaso

Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune, può raggiungere grandi cose.
Il lavoro di squadra è il carburante che permette a persone comuni di ottenere risultati non comuni.

Famiglia Salmaso

Trovarsi insieme è un inizio, rimanere insieme un progresso…
lavorare insieme un successo

La tipica storia italiana

Raffaele e Giuseppe Salmaso giungono a Venezia nel 1951. Sono anni di duri sacrifici, lontani dalle famiglie, ma che getteranno le basi di una tradizione che si conserva ancora oggi. Raggiunti alcuni anni dopo dalle mogli Tosca e Savina, trasformano un piccolo locale di “ombre e cicchetti” nel rinomato Ristorante da Raffaele conosciuto dai veneziani ma anche dai turisti in visita alla città.
Venezia diventa la loro città d’adozione.

La passione per l’accoglienza e per la ristorazione, trasmessa ai figli Renato, Giovanna, Stefania e Andrea, fanno sì che oggi la famiglia Salmaso gestisca in prima persona le proprie attività: l’Hotel Ala, situato in posizione centralissima; la Locanda de la Spada, sul Canal Grande; il Ristorante da Raffaele, a pochi passi da San Marco e affacciato su un tipico canale veneziano e la “Pensione Accademia”, ambiente suggestivo e affascinante.

 

STORIA

La “Pensione Accademia”, nata come residenza patrizia e tramutata in Ambasciata Russa tra la 1° e la 2° Guerra Mondiale, viene trasformata alla fine degli anni ’40 in albergo. Negli anni la famiglia Salmaso percepisce il valore storico e artistico della struttura e decide quindi di rilevarla e di farne uno degli alberghi più incantevoli di Venezia.
Nel 2018, vista l’importanza della struttura dal punto di vista culturale e storico, l’hotel ha ottenuto il riconoscimento da parte dell’associazione Locali Storici d’Italia.

Anche lo scrittore russo Josif Brodsky, premio Nobel per la letteratura nel 1987, fu assiduo frequentatore della Pensione Accademia negli anni ’70. Ancora oggi l’albergo richiama molti ospiti dalle terre di Mosca e altrettanti passanti alla ricerca delle terre del loro amato poeta, passato oltre che dalla Pensione Accademia anche per la fondamenta Bollani e quella degli Incurabili, vicino alle Zattere.

Il palazzo risulta legato a doppio filo con la Russia anche per un’altra importante ragione: Villa Maravege fu la vera e propria ambasciata russa fra il 1783 e il 1797, negli ultimi anni della Repubblica Serenissima. A seguito della caduta della Repubblica il palazzo continuò a essere legato alla Russia diventandone un consolato, sicuramente nel periodo fra le due guerre mondiali, ma, si dice, anche nell’800. Ancora i testi di Brodsky possono aiutarci a capire cosa rappresentasse la Pensione Accademia in tempo di guerra: “Nella hall tre vecchiette lavorano a maglia”. Le signore, infatti, venivano qui a preparare le calze, rendendo il palazzo secentesco un vero e proprio rifugio e focolare domestico.

La Pensione Accademia fu con molte probabilità fra i primi piccoli alberghi a sorgere nella città storica di Venezia; “piccoli” perché in quel tempo erano l’alternativa casalinga e accogliente ai Grand Hotel di lusso tipici della tradizione turistica precedente al boom degli anni ’70.
Quasi un’antesignana degli attuali bed and breakfast, con tutte le proporzioni del caso dovute all’evoluzione del turismo e delle tipologie delle strutture ricettive negli ultimi decenni.

L’albergo si rivela ben presto meta prediletta dai Sir e Lord britannici: fra gli altri, la Pensione Accademia ha avuto l’onore di ospitare i Duchi di Kent, cugini della regina Elisabetta II; lo scrittore Primo Levi, i registi Marcello Mastroianni e Mario Monicelli, Sir Lawrence Olivier, Tobias Owen e il musicista David Gilmour;
Ne sono stati ospiti anche altri volti noti agli italiani, seppure in ambiti differenti, come l’attrice Luciana Litizzetto e l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti. Più di recente nel 2018 anche i reali del Belgio sono stati ospiti della Pensione Accademia.

Alcuni ospiti ritengono che l’hotel e la sua terrazza abbiano fatto da sfondo al celebre film Summertime; la Pensione Accademia e i suoi giardini sono stati location prediletta di grandi registi per le loro produzioni.
Il cancello e il cortile anteriore compaiono anche in una breve scena del film “Le due vite di Mattia Pascal” di Marcello Mastroianni; nel 2016 la fondamenta Bollani e parte del cortile hanno invece ospitato le riprese della serie televisiva “Il Commissario Brunetti” di Donna Leon. Nel palmarès vi è anche una ripresa aerea di edificio e cortile anteriore dal film Italian Job del 2003, con tanto di inseguimento acquatico…

Anche dal punto di vista strutturale e architettonico la Pensione Accademia riserva delle sorprese.
L’hotel è fra i pochi a Venezia a essere dotato di ben due giardini, l’uno anteriore, fra la facciata e il canale di San Trovaso, dove i Clienti possono fare colazione all’aperto; l’uno posteriore, ornato da fiori e piante, dove rilassarsi.

Le due colonne in marmo dell’attuale sala colazioni sono un reperto storico e risalirebbero a secoli addietro, a quando ornavano la Loggetta del campanile di San Marco costruita dal celebre architetto Sansovino: a seguito del crollo del simbolo di Venezia nel 1902, si dice che le due colonne integre vennero comprate all’asta, ricollocate e riutilizzate per ornare proprio la sala colazioni della Pensione Accademia.

I Salmaso hanno contribuito con la loro maestria e il loro stile, a rendere la Pensione Accademia una vera perla di Venezia.

“Maravege” o meraviglie: tra storia, cultura popolare e leggenda…

 

Secondo Corto Maltese di Hugo Pratt, “Ci sono a Venezia tre luoghi magici e nascosti. (…) Il secondo vicino al Ponte de le Maravegie. Quando i veneziani sono stanche delle autorità, vanno in questi luoghi segreti e aprendo le porte che stanno nel fondo di quelle Corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e altre storie…” Che sia la corte della Pensione Accademia uno di questi luoghi magici e nascosti?

Una leggenda narra di sette sorelle che abitavano vicino al ponte: sei erano bellissime, una invece era piuttosto brutta. La loro casa era frequentata da un aitante barcaiolo, che si ammalò e non potè più partecipare alla regata. Egli attribuì la malattia a un sortilegio della settima sorella, quindi andò da lei per vendicarsi, ma scoprì che la ragazza non aveva fatto alcun maleficio ma che, segretamente innamorata di lui, pregava di morire al posto suo. Alla fine i due si sposarono e il giovane guarito vinse la regata. Da allora, per questo miracolo, il ponte si sarebbe chiamato “Delle Maravegie”.

Le attività di famiglia